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venerdì 26 aprile 2019

Diario di bordo: val pusteria ultimi giorni.

25/26 aprile 2019
Giorno 3/4 – diario di bordo “val pusteria – Trentino”

Ieri la mia sveglia mentale naturale mi ha fatto di nuovo svegliare alle 3. Vai a capirla! Forse non aveva capito che sono in ferie e l'orario da ferie non è propriamente questo.
Comunque abbiamo fatto la nostra colazione abbondante, per poter arrivare a cenare la sera, e siamo partiti.
 Siamo tornati in Austria, questa volta per la strada statale e non l’autostrada (quindi niente pedaggiol. Questa strada attraversa tutta la valle fino a San candido e da lì attraversi il confine e sei di là.
Siamo andati a vedere la fabbrica dei Loacker. Non c’ero mai stata, mi avevano detto che era carina e così ho pensato di andarci.
Ai bambini forse può piacere di più che ai grandi. La visita è molto striminzita. Con il capitale che hanno tra le mani, potevano giocarsela meglio. Mi immaginavo come "willy Wonka e la fabbrica di cioccolato" ma forse i film ci danno alla testa e non ci fanno troppo bene. C’è un piccolo museo al suo interno, con qualche scritta, poche info e immagini e la visita finisce con l’ingresso al negozio.
La cosa che mi è piaciuta di più è il luogo. Immersa tra i monti, ai piedi dei monti, si respira un aria spettacolare, pur avendo la strada lì vicino.
Subito dopo siamo tornati alla base, fermandoci di tanto in tanto per qualche foto. Siamo dovuti tornare perché alle 15 avevo prenotato dei trattamenti nella spa.
Un massaggi total body e un massaggio solo viso. Arrivo nella saletta d’attesa ed esce quella che sembrava una ragazzina. Jenny si presenta e mi dice che sarà lei a farmi i due massaggi. Minuta e magrina mi accompagna alla cabina.
Dopo poco torna e meno male che era minuta e magrina e non una con una stazza enorme, con mani da gigante, perché mi avrebbe rotto tutta le ossa!
Sapeva davvero dove mettere le mani, e sapeva come misurare il tocco. Ad un certo punto le ho chiesto di spingere più piano perché credevo che con le dica mi perforasse. E lei si è misurata. Ha avuto molto rispetto per il corpo, seguendo le regole della nostra anatomia. Cosa non scontata e non da tutti.
Alla fine di tutto sono tornata nella zona relax, dove non potevano entrare bambini a correre e giocare e li siamo rimasti fino ad ora di cena. Nel frattempo il meteo è cambiato, dal sole siamo passati alla pioggia.
Eeee.. La montagna e il suo meteo ballerino.
Stanotte invece è stata l’unica notte in cui forse ho dormito per più ore filate, contando che mi sono sempre svegliata alle 3 ma poi riaddormentata nell’arco di un'oretta.
Stamattina dobbiamo lasciare la camera alle 10, credo che staremo qui finché ci è consentito restare. Paghiamo il nostro conto e ripartiamo.
In 4 giorni (contando quelli che farò oggi) ho fatto più di 1200 km.
Beh insomma. Non mi sento molto riposata ma sicuramente fortunata. Per la libertà che ho come donna, per avere una macchina che mi porta dove voglio, per avere la possibilità di fare qualche giorno di ferie in posti così, per avere un lavoro (al momento) che me lo permette, e una famiglia alle spalle che me lo permette, per avere qualcuno con me in ogni mio viaggio (e mai qualcuno a caso, mai). Spero di poter scrivere presto un nuovo diario. Luglio è abbastanza vicino.
Buona giornata a tutti!

Diario di bordo: val pusteria. Giorno 2

24/04/19
Giorno 2 - diario di bordo "val pusteria - Trentino"

Dopo essermi svegliata alle 3 questa notte ed a non aver più preso sonno fino a questa mattina, un'ora prima di alzarmi, ci siamo diretti a fare una mega colazione per poi poter tornare in hotel solo per orario di cena. A colazione c’era di tutto! Uova pancetta salsicce, speck (che ho deciso mangerò per 3 gg di fila), formaggi, yogurt, latte di ogni genere (anche per chi ha intolleranze alimentari), cereali, croissant, altri dolcetti e torte fatte in casa, spremute, ogni tipo di bevanda calda, marmellate, pane, verdura e frutta, compreso i centrifugati. Ore 10 con calma, partiamo per l’Austria. Direzione fabbrica Swarovski, con biglietti già acquistati on line per poi scambiarli con quelli reali alle casse 5e6 una volta arrivati e risparmiare la fila.

Partiamo e la pioggia, nostra amica, ci accompagna fino a quasi “uscita brennero” dove leggiamo il cartello “fai qui il tuo ticket bollino per l’Austria”. Ci fermiamo con un vento che sembrava ci portasse via e la pioggia che si stava trasformando in neve. Vado dal ragazzo alla cassa per capire se anche a noi serve il bollino, per arrivare appena dopo Innsbruck, perché la fabbrica si trova più o meno da quelle parti. In maniera essenziale e senza nessuna spiegazione mi dice Si e mi fa pagare 9.50 di bollino, da appiccicare al vetro della macchina in maniera visibile. Chissà quanto dura. Se un giorno, due ore o un mese, non ne ho idea, mi ha liquidato come solo un crucco sa fare ed è passato al cliente dopo. Vabbè, ora abbiamo il bollino no?! E chi ci ferma più?
Ci ferma proprio il casello austriaco. Abbasso il finestrino, dico che il bollino ce l’ho, loro mi rispondono che da Innsbruck in poi serve quello che ho fatto, ma dal Brennero ad Innsbruck bisogna pagare il pedaggio di 9.60.
19 euro praticamente per poter arrivare alla fabbrica (io ve lo dico, siete avvertiti).
Costo del biglietto di entrata alla fabbrica euro 19 a testa comunque. Arriviamo, andiamo nelle casse preferenziali, che troviamo chiuse e ci ritroviamo quindi in fila insieme a tutti gli altri nelle casse normali. C’è da dire che c’era davvero poca gente, c’è da dire che l’ingorgo a quelle casse, lo abbiamo creato noi per scambiare i nostri biglietti on line! Il biglietto includeva l’entrata al “gigante” e qualcos’ altro che non ricordo ma niente che ci interessasse. Il gigante è una montagna di terra tipo “casa dei teletabbies” con la faccia di un gigante. Ci si entra da un fianco e al suo interno ci sono 17 sale realizzate da diversi designer se così si possono chiamare, che compongono questo museo. È il museo più strano che io abbia mai visto. Se siete state/i delle gazze ladre come me nella vostra vita precedente, merita la visita. (Pubblicherò delle foto sul mio profilo Instagram se siete interessati).
Finite le stanze, vi ritroverete dentro allo shop più grande Swarovski che io abbia mai visto. Nemmeno a Dubai, patria del “tanto e troppo” ho visto una cosa così grande. Purtroppo i prezzi sono come in negozio a casa. Mi dicono dalla “regia di casa” che una volta non era così. Ora  purtroppo si. Sono stata bravissima e non ho nemmeno comprato.
Per ammortizzare un po’ la spesa del pedaggio, al ritorno ci siamo fermati ad Innsbruck. Punto il navigatore sulla città, che automaticamente ti punta proprio il centro. Mi sono detta che una volta li, avrei trovato sicuro il parcheggio più vicino. E così ho fatto, vedo una bella P grande, mi ci infilo e parcheggio al piano – 2. Mi meraviglio perché è stato fin troppo semplice. Prendiamo l’ascensore e quando la porta si riapre, ci troviamo in un corridoio con personale sanitario in divisa, reception e cup austriaco. Sappiate che, il parcheggio più vicino al centro, ad Innsbruck è quello dell’ospedale! spero non dobbiate mai andare ma, vi assicuro che la struttura è nuova e ben tenuta
Dopo aver cercato di dare meno nell’occhio possibile (anche se è stato difficile avendo zaini rosa in bella vista e reflex al collo) e aver trovato la porta d’uscita, ci siamo diretti verso quello che noi abbiamo ritenuto fosse il centro. La città è molto in stile austriaco, palazzi alti, tetti a punta, piena di orologi sopra campanili. Molto colorata, tantissimi ristorantini che invogliano ad entrare e tantissimi negozi. Ci siamo fatti un giro di due orette e ormai era già ora di tornare.
Recuperiamo la nostra macchina in ospedale e torniamo sulla strada a pedaggio che, avendola già pagata 9.60 all’andata, eravamo certi, non avremmo più ripagato.
SBAGLIATOOO
Arriviamo di nuovo al casello e la signorina ci dice (dopo aver mostrato il pagamento di qualche ora prima) che dobbiamo pagare di nuovo il pedaggio!!! Altri 9.60 per un po’ più di 20 km fino all'entrata in autostrada italiana al Brennero. Li ritroviamo un pochino di pioggia ma con calma arriviamo in hotel per l’ora di cena. Questa sera la cena è andata decisamente meglio. Ci hanno portato un vitello morbidissimo: la fine del mondo. Antipasti a buffet sempre buoni e di tutti i tipi, risotto con aglio e taleggio davvero particolare e che ho apprezzato. Non ho foto del cibo. Ho preferito godermi la cena.
Tra poco me ne corro a letto con il mio bel libro, chissà domani quante strade a pedaggio dovrò pagare!
Buona notte a tutti.

Diario di bordo: val pusteria, giorno 1.

23/04/19
Diario di bordo "val pusteria - Trentino"


Partenza prevista ore 8e30. Partenza effettiva ore 9e30, con ritorno a casa di nr. 2 volte per varie dimenticanze. Pioggia come non la vedevo da tempo. Catinelle di acqua contro la macchina fino all’imbocco dell’autostrada Modena Brennero. Subito dopo aver preso lo svincolo, mi accorgo come dovrebbe essere una strada a PAGAMENTO in uno stato civile. Niente buche, niente strada dissestata, corsia di emergenza più grande delle due corsie di marcia. Chissà perché mai nessuno ci pensa a questa cosa. Si chiama corsia d'emergenza e che te ne fai di una corsia grande come la metà di quella sulla quale stai viaggiando? Se sei in emergenza, solitamente apri gli sportelli, scendi dalla macchina e di solito ingombri no?! Ogni 2 km all’incirca, trovi anche la piazzola con due posti delineati tipo parcheggio, uno per camion, uno per auto, con, udite udite: PATTUMI, cioè cestini per la spazzatura proprio, con addirittura il sacchetto dentro. E non come nel resto di Italia, dove ci sono davvero i rifiuti volanti  lasciati in autostrada.
In tutto questo viaggio, meno male che ho avuto un’ottima compagnia!

Avevo pensato di partire il 23 di aprile, per togliermi il problema del traffico in autostrada per via della pasqua ma, chi aveva pensato che nei giorni festivi la maggior parte dei camion non girano, mentre nei restanti giorni si?! Ecco, io non avevo ragionato su questo . Così, per ogni autocarro sorpassato, in realtà ne ho sorpassati una trentina. Vi lascio pensare una volta arrivati in Trentino cos’è successo. Velocità di crociera, 60 km/h. Alla faccia di chi si raccomanda “stai attenta e vai piano”. Ah! Piano sono andata piano. 2 tappe all’autogrill solo ed esclusivamente per bisogni fisiologici e impellenti.

Finalmente ore 15, arriviamo in hotel. Visto da fuori sembra un hotel ben tenuto, ma uno come tanti. Per non parlare del nome che da ignorante italiana, sembra quasi che ci auguri morte, ma una morte naturale. (naturhotel die waldruhe). Una volta entrati, la prima cosa che abbiamo sentito è un profumo meraviglioso di pino, legno e creme naturali, come in un centro benessere. Nessuna morte, giuro. Ci chiedono i documenti alla reception, ci offrono un aperitivo al bar, e ci consegnano le chiavi per la nostra junior suite. Tutto l’hotel è circondato da legno, dentro e fuori, così come le camere.
L’arredamento rimane moderno ma non troppo. In stile con tutti i locali. La spa è divisa su più piani. Al Piano – 1 troverete piscina interna ed esterna con acqua a temperatura 32° e zona relax con lettini e docce. Poi centro benessere con trattamenti viso e corpo, più sauna alpina e zona distaccata relax con vista sui monti. All’ultimo piano invece (ONLY Adults) c’è sauna nudista più zona relax di nuovo. Da quella parte ci entri solo con la chiave della camera. I bambini possono stare solo in piscina praticamente. Più che sufficiente visto che ce n’erano solo due e quei due hanno rischiato grosso per quanto mi riguarda.
Ho prenotato la soluzione con pensione completa ¾ che per loro è: colazione, cena e una merenda dalle 16 alle 18. Per merenda oggi c’era bresaola (buonissima e niente a che vedere con quella che compriamo a casa) rucola grana e pomodorini, tomini, pane fatto in casa di vari tipi, peperoni sott’aceto, salatini vari. Alla faccia della merenda!

La cena al momento posso dire nella norma, niente di troppo eclatante, ma nemmeno un flop. Da riprovare domani.
La camera è enorme con letto con due piumoni singoli, tutto l’arredamento in legno, bagno che ci sta un’intera squadra di calcio, vasca water e bidet (non scontato qui), lavandino che sembra una vasca per lavare i bimbi. La zona letto è divisa dalla zona giorno con divano, tavolino basso e lampada. Ogni zona ha una TV. Piccola nella zona giorno, enorme di fronte al letto. In più, cosa non da poco, balcone privato con tavolino e poltrone in rattan.
Passo e chiudo. Ci si sente domani con una nuova avventura fuori dall’Italia.

giovedì 18 aprile 2019

Pensieri di aprile

Sto leggendo un libro attualmente, non un libro come tanti.
Questa volta un pò diverso. L'ho comprato su Amazon dopo aver letto la storia di questo  ragazzo on line.

Andrea Bizzotto ha 33 anni, un vita incasinata, ama lo sport, cambia lavoro spesso, ha la passione per  la cucina,  originario della provincia di Padova, da qualche tempo abita e lavora in Germania dove incontra per caso la sua compagna Maria. Fin qui, sembra una storia come tante, finché Andrea non scopre di avere un sarcoma sinoviale nella gamba sinistra. E pure questo, per quanto triste, purtroppo sono storie all'ordine del giorno. Finché non scopre, proprio durante un ciclo di chemio, che la sua compagna Maria è incinta.

Da qui, nasce il libro "storia di un maldestro in bicicletta", scritto appunto  da Andrea durante la malattia e la folle corsa per guadagnare tempo per la sua bambina, con la sua famiglia.

Parlo di folle corsa perchè sapeva che non gli era rimasto tanto per poter scrivere un libro intero e per farlo conoscere al mondo.

"...La mia nonna paterna, nonna Giulia, è morta quando avevo 4 anni e non ho alcun ricordo di lei. Mentre scrivo queste righe piango....se dovessi morire tra un anno, tu Giulia, avresti solo due anni e mezzo e non ricorderesti nulla di me, se non attraverso le foto, i video che sto girando e questo libro.
Ma io voglio vivere, voglio sperimentare ogni farmaco in commercio e ogni suo effetto collaterale, il vomito, i capelli e la barba che cadono, voglio arrivare a sembrare anche un cadavere se serve a darmi più tempo per stare insieme, io e te.
Se serve a farmi restare qui con te ancora abbastanza perché tu mi possa ricordare."

Il libro appunto, insieme ai video e le foto, sono l'eredità di questa bambina, da un padre che non ha avuto modo di seguirla nei suoi anni di crescita, poiché Andrea il mese scorso l'ha dovuta salutare.

Quando ho acquistato queste pagine, ho pensato di fare un cosa buona, a parte tutto quello che poteva esserci scritto, avrei contribuito a raccogliere fondi per la sua famiglia, perché non è stato solo un modo per offrire un ricordo, ma anche un modo per alleggerire il futuro, se non altro economico di Giulia Grace e di Maria.
Il vero dramma, è sì, per chi se ne va, ma è tanto di più è per chi rimane.

Nel frattempo, la mia lettura continuava e al lavoro ho conosciuto un uomo, sulla settantina, che mi ha raccontato la sua storia.
Era sposato con sua moglie da più di 50 anni. Lui era più giovane di lei di due anni. Cosa assai strana per i tempi di allora. Si erano conosciuti a scuola, innamorati e sposati appena hanno potuto. Lui faceva l'autista di camion prima e autobus/pullman successivamente. Ha fatto quel lavoro per 40 anni, andando in giro per l'Italia, portandosi con sé la sua Edda quando gli era concesso. Hanno avuto dei figli, una vita semplice ma felice, finché Edda è venuta a mancare anno scorso, improvvisamente.

Essendo lui in pensione da diverso tempo, si è trovato tutto ad un tratto vuoto, senza nulla da fare, solo e ha iniziato ad andare al cimitero dalla sua Edda dalle 4 alle 5 volte al giorno, tutti i giorni.
Quando ha capito che questo atteggiamento lo stava portando alla pazzia, ha deciso di iniziare volontariato per una di quelle associazioni che accompagna le persone con difficoltà economiche e non, a visite, fare la spesa, giri quotidiani.

"Ho fatto l'autista per una vita, ho amato molto il mio lavoro. L'ho sempre fatto con responsabilità e cuore e quindi riuscendo a guidare ancora senza problemi, ho pensato che poteva essere un buon modo per tornare a fare qualcosa che mi è sempre piaciuto e a non pensare. Sai, ho amato solo due cose, fortemente nella vita: il mio lavoro e mia moglie."

Forse è vero che di tempo non ne abbiamo mai abbastanza, chi per un motivo, chi per un altro. Ne perdiamo tanto per lavori che non ci piacciono, per persone che non ci amano ma che ci usano. Crediamo di poter avere tutto con poca fatica, oppure facciamo tanta fatica per avere nulla.

Andrea ha lavorato come un matto, ha trovato tardi l'amore (con tutte le difficoltà del caso e gli errori fatti ripetutamente), ha avuto una bambina che si ricorderà di lui grazie ad una lettera grande un libro che è riuscito a regalarle prima di andarsene.
Edda ha passato 50 anni della sua vita insieme ad un uomo che non le ha fatto mancare niente, anche se non hanno avuto una vita agiata, ma senza dubbio una vita felice.

In entrambi i casi, sono state persone felici, piene e  sempre di corsa. Ci auguriamo sempre tanti anni a venire, senza augurarci mai dei buoni anni, indipendentemente dalla quantità.

Vi lascio con le parole di Andrea per sua figlia.
(se cliccate sul titolo del libro, vi rimanderà alla pagina di Amazon dove poter acquistare il libro e fare una cosa buona per qualcuno)



"Io e la mamma ti abbiamo sempre cresciuta libera, e tu devi continuare su questa strada, senza alcun timore: non  avere paura di quello che provi, è solo amore."


giovedì 4 aprile 2019

Recensione (la mia esperienza): "Chi manda le onde"


 link amazon

Ho iniziato il romanzo dopo che me l' hanno consigliato e dopo aver letto la trama.
Devo dire la verità, dalla trama non avevo praticamente capito nulla. Non sapevo cosa aspettarmi.

Il libro si apre con una storia assurda che ti fa dire: "ma dove sono capitata questa volta? stai a vedere che la prof a questo giro non ci ha preso! (chi non ha capito chi sia la prof, vada  a leggere le mie altre recensioni)", poi inizi il secondo capitolo e quello che prima ti sembrava assurdo, lo diventa meno.

Conosci i primi personaggi e ad ogni capitolo si aggiunge qualcuno, fino a formare una grande famiglia allargata. Perchè sembra impossibile, ma questa è la sensazione che mi è passata.

Luna è una bambina albina, nata come secondogenita da Serena. Serena fa la parrucchiera, e ha un altro figlio, Luca, che compirà 18 anni molto presto. Tutta la storia è ambientata  a Forte dei Marmi (sarà perchè amo la Toscana e i toscani, però le storie raccontate in quella regione e da scrittori toscani con me funzionano).
Sandro è il supplente di inglese di Luca, ha 40 anni, vive ancora in casa con i genitori e ha un'esistenza vuota, una vita che non è vita, ma un susseguirsi di avvenimenti che la compongono, dati dal caso e non dalle scelte. Rambo e Marino sono i migliori amici di Sandro. Anche Marino vive ancora in casa con la madre e pure Rambo con i genitori. Entrambi gli amici sono single da praticamente sempre. Zot invece è il  compagno di classe di Luna, di origini straniere (precisamente, sopravvissuto a Cernobyl) bambino fuori e "anziano" nell'anima, adottato da una ragazza italiana, che lo lascia a sua volta al babbo di lei che Zot chiama nonno, il sig. Ferro. Il sig. Ferro, vecchio scorbutico che vive nella "casa dei fantasmi" del paese, perennemente con il fucile in mano e il giardino minato per paura di un assalto da parte dei russi.

L'esistenza di ogni personaggio viene intrecciata nelle vite di tutti in una maniera che Fabio Genovesi mi ha fatto amare. Ho riso quasi subito, possiamo dire dalla prima pagina, anche in momenti nei quali, da ridere c'era poco. Ogni capitolo è raccontato da un personaggio, non esiste un vero e proprio protagonista del romanzo, ma tutti, chi più e chi meno, lo sono. La cosa che ho apprezzato moltissimo è che mentre leggi, si capisce benissimo chi sta parlando dei vari personaggi che incontriamo poichè Genovesi cambia modo di narrare a seconda dell'età del protagonista.

Ognuno di loro vede lo scorrere degli anni in maniera differente, chi li vede con l' ingenuità di una bambina, chi con la passione di un adolescente, chi con l'amore per i propri figli, chi in maniera egoistica, tutti accomunati dall'unica cosa vera e reale, ovvero che le vita è un pò così: ti toglie e ti dà, come la corrente di un fiume, come la corrente del mare, che spesso dà da mangiare ai pesci e spesso gli porta rifiuti in bocca.

Ho trovato queste pagine piene zeppe di senso dell'umorismo. Parla di temi a me cari come la perdita, l'amore, l'essere genitore, l'essere bambini in una società tanto difficile come questa, e l'amicizia. Consiglierei questo libro a chiunque, uomini e donne, giovani e meno giovani.
Darò 5 stelline su Good Reads, ed entrerà nella mia classifica personale dei top letti quest'anno, al momento.


PS. Vincitore premio strega giovani 2015 (questa volta ben meritato)

(Vorrei che la prof tornasse al lavoro da me. Ho finito i titoli che mi aveva consigliato l'anno scorso, e visto che lei con me ci prende, ci prende sempre, ne vorrei altri. Spero di vederla presto. Prima che mi finisca il contratto.)