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giovedì 4 aprile 2019

Recensione (la mia esperienza): "Chi manda le onde"


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Ho iniziato il romanzo dopo che me l' hanno consigliato e dopo aver letto la trama.
Devo dire la verità, dalla trama non avevo praticamente capito nulla. Non sapevo cosa aspettarmi.

Il libro si apre con una storia assurda che ti fa dire: "ma dove sono capitata questa volta? stai a vedere che la prof a questo giro non ci ha preso! (chi non ha capito chi sia la prof, vada  a leggere le mie altre recensioni)", poi inizi il secondo capitolo e quello che prima ti sembrava assurdo, lo diventa meno.

Conosci i primi personaggi e ad ogni capitolo si aggiunge qualcuno, fino a formare una grande famiglia allargata. Perchè sembra impossibile, ma questa è la sensazione che mi è passata.

Luna è una bambina albina, nata come secondogenita da Serena. Serena fa la parrucchiera, e ha un altro figlio, Luca, che compirà 18 anni molto presto. Tutta la storia è ambientata  a Forte dei Marmi (sarà perchè amo la Toscana e i toscani, però le storie raccontate in quella regione e da scrittori toscani con me funzionano).
Sandro è il supplente di inglese di Luca, ha 40 anni, vive ancora in casa con i genitori e ha un'esistenza vuota, una vita che non è vita, ma un susseguirsi di avvenimenti che la compongono, dati dal caso e non dalle scelte. Rambo e Marino sono i migliori amici di Sandro. Anche Marino vive ancora in casa con la madre e pure Rambo con i genitori. Entrambi gli amici sono single da praticamente sempre. Zot invece è il  compagno di classe di Luna, di origini straniere (precisamente, sopravvissuto a Cernobyl) bambino fuori e "anziano" nell'anima, adottato da una ragazza italiana, che lo lascia a sua volta al babbo di lei che Zot chiama nonno, il sig. Ferro. Il sig. Ferro, vecchio scorbutico che vive nella "casa dei fantasmi" del paese, perennemente con il fucile in mano e il giardino minato per paura di un assalto da parte dei russi.

L'esistenza di ogni personaggio viene intrecciata nelle vite di tutti in una maniera che Fabio Genovesi mi ha fatto amare. Ho riso quasi subito, possiamo dire dalla prima pagina, anche in momenti nei quali, da ridere c'era poco. Ogni capitolo è raccontato da un personaggio, non esiste un vero e proprio protagonista del romanzo, ma tutti, chi più e chi meno, lo sono. La cosa che ho apprezzato moltissimo è che mentre leggi, si capisce benissimo chi sta parlando dei vari personaggi che incontriamo poichè Genovesi cambia modo di narrare a seconda dell'età del protagonista.

Ognuno di loro vede lo scorrere degli anni in maniera differente, chi li vede con l' ingenuità di una bambina, chi con la passione di un adolescente, chi con l'amore per i propri figli, chi in maniera egoistica, tutti accomunati dall'unica cosa vera e reale, ovvero che le vita è un pò così: ti toglie e ti dà, come la corrente di un fiume, come la corrente del mare, che spesso dà da mangiare ai pesci e spesso gli porta rifiuti in bocca.

Ho trovato queste pagine piene zeppe di senso dell'umorismo. Parla di temi a me cari come la perdita, l'amore, l'essere genitore, l'essere bambini in una società tanto difficile come questa, e l'amicizia. Consiglierei questo libro a chiunque, uomini e donne, giovani e meno giovani.
Darò 5 stelline su Good Reads, ed entrerà nella mia classifica personale dei top letti quest'anno, al momento.


PS. Vincitore premio strega giovani 2015 (questa volta ben meritato)

(Vorrei che la prof tornasse al lavoro da me. Ho finito i titoli che mi aveva consigliato l'anno scorso, e visto che lei con me ci prende, ci prende sempre, ne vorrei altri. Spero di vederla presto. Prima che mi finisca il contratto.)

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