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giovedì 18 aprile 2019

Pensieri di aprile

Sto leggendo un libro attualmente, non un libro come tanti.
Questa volta un pò diverso. L'ho comprato su Amazon dopo aver letto la storia di questo  ragazzo on line.

Andrea Bizzotto ha 33 anni, un vita incasinata, ama lo sport, cambia lavoro spesso, ha la passione per  la cucina,  originario della provincia di Padova, da qualche tempo abita e lavora in Germania dove incontra per caso la sua compagna Maria. Fin qui, sembra una storia come tante, finché Andrea non scopre di avere un sarcoma sinoviale nella gamba sinistra. E pure questo, per quanto triste, purtroppo sono storie all'ordine del giorno. Finché non scopre, proprio durante un ciclo di chemio, che la sua compagna Maria è incinta.

Da qui, nasce il libro "storia di un maldestro in bicicletta", scritto appunto  da Andrea durante la malattia e la folle corsa per guadagnare tempo per la sua bambina, con la sua famiglia.

Parlo di folle corsa perchè sapeva che non gli era rimasto tanto per poter scrivere un libro intero e per farlo conoscere al mondo.

"...La mia nonna paterna, nonna Giulia, è morta quando avevo 4 anni e non ho alcun ricordo di lei. Mentre scrivo queste righe piango....se dovessi morire tra un anno, tu Giulia, avresti solo due anni e mezzo e non ricorderesti nulla di me, se non attraverso le foto, i video che sto girando e questo libro.
Ma io voglio vivere, voglio sperimentare ogni farmaco in commercio e ogni suo effetto collaterale, il vomito, i capelli e la barba che cadono, voglio arrivare a sembrare anche un cadavere se serve a darmi più tempo per stare insieme, io e te.
Se serve a farmi restare qui con te ancora abbastanza perché tu mi possa ricordare."

Il libro appunto, insieme ai video e le foto, sono l'eredità di questa bambina, da un padre che non ha avuto modo di seguirla nei suoi anni di crescita, poiché Andrea il mese scorso l'ha dovuta salutare.

Quando ho acquistato queste pagine, ho pensato di fare un cosa buona, a parte tutto quello che poteva esserci scritto, avrei contribuito a raccogliere fondi per la sua famiglia, perché non è stato solo un modo per offrire un ricordo, ma anche un modo per alleggerire il futuro, se non altro economico di Giulia Grace e di Maria.
Il vero dramma, è sì, per chi se ne va, ma è tanto di più è per chi rimane.

Nel frattempo, la mia lettura continuava e al lavoro ho conosciuto un uomo, sulla settantina, che mi ha raccontato la sua storia.
Era sposato con sua moglie da più di 50 anni. Lui era più giovane di lei di due anni. Cosa assai strana per i tempi di allora. Si erano conosciuti a scuola, innamorati e sposati appena hanno potuto. Lui faceva l'autista di camion prima e autobus/pullman successivamente. Ha fatto quel lavoro per 40 anni, andando in giro per l'Italia, portandosi con sé la sua Edda quando gli era concesso. Hanno avuto dei figli, una vita semplice ma felice, finché Edda è venuta a mancare anno scorso, improvvisamente.

Essendo lui in pensione da diverso tempo, si è trovato tutto ad un tratto vuoto, senza nulla da fare, solo e ha iniziato ad andare al cimitero dalla sua Edda dalle 4 alle 5 volte al giorno, tutti i giorni.
Quando ha capito che questo atteggiamento lo stava portando alla pazzia, ha deciso di iniziare volontariato per una di quelle associazioni che accompagna le persone con difficoltà economiche e non, a visite, fare la spesa, giri quotidiani.

"Ho fatto l'autista per una vita, ho amato molto il mio lavoro. L'ho sempre fatto con responsabilità e cuore e quindi riuscendo a guidare ancora senza problemi, ho pensato che poteva essere un buon modo per tornare a fare qualcosa che mi è sempre piaciuto e a non pensare. Sai, ho amato solo due cose, fortemente nella vita: il mio lavoro e mia moglie."

Forse è vero che di tempo non ne abbiamo mai abbastanza, chi per un motivo, chi per un altro. Ne perdiamo tanto per lavori che non ci piacciono, per persone che non ci amano ma che ci usano. Crediamo di poter avere tutto con poca fatica, oppure facciamo tanta fatica per avere nulla.

Andrea ha lavorato come un matto, ha trovato tardi l'amore (con tutte le difficoltà del caso e gli errori fatti ripetutamente), ha avuto una bambina che si ricorderà di lui grazie ad una lettera grande un libro che è riuscito a regalarle prima di andarsene.
Edda ha passato 50 anni della sua vita insieme ad un uomo che non le ha fatto mancare niente, anche se non hanno avuto una vita agiata, ma senza dubbio una vita felice.

In entrambi i casi, sono state persone felici, piene e  sempre di corsa. Ci auguriamo sempre tanti anni a venire, senza augurarci mai dei buoni anni, indipendentemente dalla quantità.

Vi lascio con le parole di Andrea per sua figlia.
(se cliccate sul titolo del libro, vi rimanderà alla pagina di Amazon dove poter acquistare il libro e fare una cosa buona per qualcuno)



"Io e la mamma ti abbiamo sempre cresciuta libera, e tu devi continuare su questa strada, senza alcun timore: non  avere paura di quello che provi, è solo amore."


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