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mercoledì 15 maggio 2019

Recensione (la mia esperienza): "Il rumore dei tuoi passi"

Mi ha consigliato questo libro un amico. Non avevo mai letto nulla di Valentina D'Urbano.
Edizione terribile questa di Tea purtroppo, che fa sembrare, anche solo esteticamente, il libro scadente e adolescenziale.

L'ho iniziato con diversi pregiudizi, ma con la fiducia di chi me lo aveva consigliato.
Dopo le prime pagine sono stata tentata di metterlo da parte, devo dire la verità, ma ho voluto resistere e credo di aver fatto bene.

"Il rumore dei tuoi passi" è la storia di Beatrice, una ragazzina che vive alla "Fortezza", quartiere nato nel degrado degl' anni del dopo guerra e rimasto nel degrado in quelli a venire. La Fortezza è composta da palazzi nei quali gli appartamenti sono stati letteralmente occupati e assaltati, da persone ignote, che non li hanno nè comprati, nè affittati, ma semplicemente resi loro entrandoci e cambiando la serratura. Beatrice abita in uno di questi appartamenti, occupato dal babbo e dalla madre, in giovane età. Primogenita di due figli, racconta la propria storia partendo dalla fine. Il funerale di una persona cara, al quale sta partecipando con dolore e quasi disprezzo.

Non ricordo di aver mai letto un libro che inizia proprio dalla fine della storia.

Alfredo è il nostro secondo protagonista: ragazzino che vive nell'appartamento sopra quello di Beatrice, secondogenito tra 3 fratelli, orfano di madre, malmenato dal padre alcolizzato, lo troviamo all'inizio del racconto, dentro ad una bara.

Seguiremo la storia di questi due ragazzi, legati da un filo invisibile che li unirà per sempre. Chiamati "i gemelli", attraverseremo la loro gioventù e la loro adolescenza, sapendo già dal principio come la storia finirà.

Che dire di questo libro? è una settimana che l'ho finito e solo ora riesco a parlarne. E' stato un libro che definirei "disturbante e doloroso". Questo libro mi ha disturbata, in tutti i modi in cui una persona può essere disturbata. Mi ha fatto arrabbiare, mi ha fatto piangere, mi ha fatto sbuffare e mi ha lasciato la mente piena zeppa di domande.


 "Anche se le persone non sono come vorresti, non significa che non le ami più."

L'amore che leggiamo in queste pagine, così tormentato, così difficile e malato, è tanto poi diverso da quello che viviamo tutti i giorni?
Quanto può davvero sopportare la nostra persona prima di riuscire a dire "basta adesso mollo tutto"? Ci sono davvero delle persone che, nonostante tutto, non riusciremo a staccarcene mai? Quanto la società in cui viviamo e che respiriamo, ci plagia e ci convince di essere le persone che siamo o che facciamo vedere di essere?

Valentina non ci risparmia nulla. Racconta gli eventi più crudi e duri, come fatti, cosa che sono successe, senza mezzi termini. Non troverete frasi sdolcinate in questo libro, non troverete le classiche scene spinte (cosa che ho apprezzato moltissimo). Troverete schiaffi, brutte parole, una brutta verità e non una bella bugia, tanta rabbia, molto amore, il perdono, e il non perdono, la cura, e il veleno. 

So che Valentina ha scritto un secondo romanzo che parla della stessa storia, intitolato "Alfredo" (stessa storia poichè raccontato dalle parole di lui).
Non  so se lo leggerò, non perchè questo non mi sia piaciuto, ma perchè come vi dicevo, tutte queste righe mi hanno disturbata e non so se sono pronta ed esserlo di nuovo.
In ogni caso, ve la consiglio come lettura. Preparatevi però a leggere con un cuore forte.

“Abbiamo bisogno di una fortezza, ma i muri non servono a niente quando è da noi stessi che dobbiamo difenderci.”


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