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lunedì 4 febbraio 2019

Papà e pozzanghere

Quando ero piccola e pioveva, ero contenta, ma solo se si usciva in macchina.

Sono sempre stata seduta dietro, mica come adesso che vedo mamme con in braccio i propri figli nel sedile del passeggero, davanti!
Sono stata seduta dietro per davvero tanti anni, che quando è stato il momento di passare al lato passeggeri, hanno dovuto dirmelo. Se fosse stato per me, forse starei ancora nei sedili posteriori.

E' sempre stata, la macchina, un qualcosa di soporifero per me. Tempo 5 minuti, forse meno e mi trovavi addormentata. Oggi devo dire che la cosa non è cambiata molto, a parte se guido che ok, li sono sveglia per forza.

Ma quando pioveva, mi mettevo al finestrino e chiedevo a mio papà (solo a lui però) di andare volutamente dentro alle pozzanghere, perché mi piaceva vedere il ventaglio di acqua sul vetro e contro la macchina.

Ci ho pensato l'altro giorno che appunto pioveva. Sono entrata in una pozzanghera (non volutamente) e per la millesima volta la macchina ha fatto quel rumore terribile e mi ha tenuto in strada.
Andavo pianissimo ovviamente, quindi non ci sarebbe stato nessun pericolo, tanto che ho pensato a quando lo chiedevo a lui.

Inizialmente mi diceva di no, perché era pericoloso, era una cosa da non fare e da evitare possibilmente, ma poi rallentava (solo nelle strade a fianco a casa, dove non passava nessuno) e davvero pianissimo nelle pozze ci entrava. E io ridevo, e per lui bastava.

Ci penso ogni volta che piove e sono in strada. A volte facciamo delle richieste ai nostri genitori, e spesso ci lamentiamo perché ci rispondono con un NO. Dagli occhi di un bambino, è tutto molto semplice: "questa cosa mi fa ridere, mi diverte, non costa niente e allora perché mi devi dire di no?"
Siamo troppo piccoli per capirlo.

Ma adesso so che gli ho sempre chiesto una cosa pericolosa e che per quanto ha potuto, pur di vedermi ridere, ha trovato il modo sicuro, per farmela vivere.

Spero di essere un genitore così da grande. Certo non un genitore che mette a rischio i propri figli (di fatto mio papà non lo faceva), ma qualcuno che, quando mio/a figlio/a sarà grande, gli verrò in mente e potrà ricordarmi nelle pozzanghere o in due gocce di pioggia, capendo che per farlo felice, ho fatto cose pazze, spesso anche contro logica, per riuscire a sentirlo ridere.

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